Chiuso.

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Mirko


Dedicata ai depressi dell’amore

Ricevo, pubblico, condivido.


San valentino 


Si dice che oggi sia il giorno degl’innamorati, delle coppie di qualunque tipo… 

Per me oggi è il giorno dell’amore e basta. Insomma non ce bisogno di essere fidanzati o in una relazione per festeggiare l’amore, tutti siamo innamorati di qualcosa! E non mi raccontate balle, nella vostra vita,per quanto incasinata, crudele, sbagliata che sia non può non esserci amore perchè se no non sareste vivi! Tutto è amore: anche i respiri che state facendo ora, anche le palpebre che state sbattendo in questo momento. Chi non si emoziona davanti ad un tramonto mozzafiato o dei cuccioli appena nati…è amore anche quello! 

L’importante è trovare la cosa, persona,animale,entità, insomma qualsiasi cosa di cui siete innamorati,pensarla profondamente e festeggiarla, in questo giorno. Attenzione non sto dicendo che dovete per forza andare a comprare una scatola di cioccolatini o uno stupido pupazzo con la scritta “I love you” sulla pancia, inventatevi qualcosa di vostro qualcosa che vi viene dal cuore: scrivete una poesia, cucinate una pietanza speciale, insomma, andare a prendere una sonora sbronza invidiando e criticando i poveri innamorati non vi rende più forti, ma solo più tristi. 

Non odiate il giorno di san valentino, perchè è anche la vostra festa. Fate pace con voi stessi.

Siamo tutti innamorati, innamorati dell’amore.

Tati


Se sei un genio e tu lo sai batti le mani

 

Adesso siamo a oltre 5.000 condivisioni. Una trollata del genere fa curriculum.


Un Paese di Santi e di Navigatori

L’italiano medio odierno si indigna, all’indomani del disastro della Costa Concordia, di fronte alle foto in posa scattate dai turisti all’Isola del Giglio. Ovvero si indigna che qualcuno faccia foto ad un qualcosa che, seppur abbia purtroppo causato delle morti, è pur sempre uno “spettacolo” rarissimo e unico nel suo genere. Non stiamo parlando di persone che vanno a fotografare una casa perché dentro è morto un bambino per mano di chissà chi, stiamo parlando di  gente che fotografa una nave di dimensioni mastodontiche, dal valore immenso, piegata su un lato a poca distanza dalla costa. La vedo come una cosa normale, perché suscita indignazione?


La pirateria che ci vuole bene

Oggi sul Corriere della Sera c’è una brevissima intervista a Carlo Verdone, noto regista-attore italiano specializzato nella monotonia dei personaggi che interpreta e che fa interpretare. Carlo si scaglia contro la pirateria, dicendo che si, gli attori a volte prendono troppo, ma la vera crisi nel cinema italiano la si sente a causa della pirateria. Ormai, spiega, non si scaricano piú i film, ma si guardano in streaming: e a volte il server ti irride dicendo che è troppo affollato. Caro Carlo, come non concordare con te? La pirateria sta uccidendo tutto e tutti. Non sono i film di merda che girate, le solite commedie all’italiana, piena di stereotipi, figa, trombate e parolacce. Non sono i cinepanettoni che vi stanno ammazzando, con le solita storia del cazzo che si sa sempre come va a finire, con i soliti scandalosi attori, con le solite e scandalose battute, con quella regia di merda che avete. Ecco no, ad uccidere il cinema italiano è la pirateria. Ti consiglio di andare al cinema piú spesso, Carlo, perché da come parli mi sembra che tu al cinema non ci vai da molto tempo. Perché si, a vedere il solito ‘Natale a Salcazzi‘ o ‘Bianco Rosso e Minchione‘ non troverai nessuno, ma per film belli, quelli con una storia di fondo, con una buona regia e dei bravi attori, ecco a quei film lí preparati a fare la coda, se ti va bene, o a rimanere fuori perché la sala sarà troppo piena. Prova ad andare a vedere un film di Cameron, di Nolan, della Pixar. Ma anche di Muccino o di Sorrentino. Vedrai che il cinema non è morto, ma anzi, continua a crescere. Fortunatamente ammazzando voi.


Trollare sui Monti

‘La classe politica è lo specchio della società’

Al bar, stamattina. Una signora chiede al barista lo scontrino delle cose che ha preso. Il cassiere glielo porge, facendole notare che lui lo scontrino gliel’aveva battuto, ma lei lo non l’aveva visto e l’ha lasciato sul bancone. La signora sorride, serena, e risponde “mi scusi, sono una sbadata. Ma pensi lei, fino a qualche mese fa dello scontrino non me ne fregava niente. Oggi invece ne faccio collezione!” Il barista sorride, porge il cappuccino alla signora e le dice: “fa benissimo, signora!”

Mario, cosi mi intimorisci.


Una volta c’era #Wired

Ed era bello. Si leggeva volentieri, era pieno di curiosità, informazioni, innovazione. Oddio non sempre era sul pezzo, ma ci poteva stare per una rivista mensile. Poi l’editore Condé Nast decise che era troppo bellina come rivista, troppo pulita, insomma, era una cosa seria che non poteva andare bene nella bell’epoque berlusconiana. Signori miei, adesso si vive di tette culi e belle fighe, mica ‘ste puttanate nerd! E quindi il bravo direttore lasciò, facendo spazio ad un’altra persona, brava uguale credo, che si piegò ai voleri della casa editrice. Cosi da pagina 145 a pagina 149 del numero di questo mese si da libero sfogo alla marchetta-fetish-sexy-telafaccioannusarechecosit’arrapi che di wired non c’ha un cazzo ma, nello stesso tempo, si capisce che il cazzo ha nettamente soppiantato il cervello nel marketing, e quindi giú a bombardarlo di pubblicità zeppa di fregne che magari fa piú effetto.

E di Napolitano uomo dell’anno non ci voglio nemmeno pensare. Credo basti dire che il discorso di capodanno, quello che apre l’articolo, era stato pubblicato su youtube con i commenti bloccati. Cosa molto wired questa, eh?!


One More Thing…

 

Pare che a Repubblica amassero particolarmente Steve Jobs….

In ogni caso: ciao Steve, ci si vede nell’inferno pieno di flash e siti con le musichette che tu ami tanto. Mi spiace non aver visto nemmeno un tuo keynote dal vivo, però…


Non lo so.

Ogni persona ha un modo di reagire agli eventi della vita completamente diverso da chiunque altro. Ad esempio. Ti vengono a dire che boh, non so, prendiamo una roba grave, ecco, che tua mamma ha un tumore. Ma di quelli brutti, grossi, bastardi. Ecco, le reazioni delle persone che ti stanno accanto sono un sacco diverse, l’una dall’altro. C’è chi si sente morire, anche se il tumore non è suo. C’è chi piange, a dirotto. C’è chi fa finta di niente, come se non esistesse. C’è chi si ricorda, di colpo, di voler bene a quella persona e ad altre dieci cento mille persone e allora le chiama tutte, ed è presentissimo. C’è chi, invece, si nasconde in un angolo, guarda le reazioni degli altri e rimane cosi, sconcertato, perché fondamentalmente non sa. Non sa cosa sta succedendo e non sa cosa succederà. Non sa come ci si comporta, non sa cosa bisogna fare. E non sa nemmeno come reagire: piange, sotto sotto, nasconto nel suo angolo. Cerca conforto nella persona che ama, ma si sente un peso per lei. Si ricorda delle millemila persone alle quale vuole bene, ma non le chiama, che ha paura di disturbarle. Si sente morire e vuole abbandonarsi, ma tutti poi gli dicono che deve essere forte, fortissimo, che lui deve sorreggere tutti, e allora certo che lo deve essere, forte.
Io non lo so. Non so come devo curare mia mamma. Non so cosa devo fare. Non so come si reagisce. Io. Non. Lo. So. Ed è la frase che odio di piú al mondo. Come odio andare dai parenti, con il peso dei loro cazzo di sguardi compassionevoli, tristi, disperati, amareggiati, rabbiosi, e sorridere mentre gli do solo brutte notizie. Odio il fatto che adesso siete tutti medici, e bisogna fare cosí e cosà, e devi portarla qui e devi portarla lí, e devi fargli questo esame qua e anche questo qui ma già che ci sei pure quell’altro che almeno stai tranquillo. Ma tranquillo di cosa? Tranquillo di che? Del fatto che mia madre stia morendo? E con lei anche un po’ mio papà? Ma si dai, state tranquilli. Vi do io le risposte giuste. Innanzitutto. Mia madre sta morendo, è ufficiale. Ma anche voi, non temete, perché alla fine è sempre e solo un lungo countdown verso la fine, e tocca tutti, amici miei. L’ alternativa migliore è vivere come meglio si puó questo eterno e brevissimo tempo che ci rimane. E su quello sono bravo. Ecco su quello io lo so, che a mia mamma glielo faccio passare bene. L’altra notizia è che non siete medici e wikipedia, anche se fonte inestimabile di conoscenza, non puó fare di voi degli oncologi. Quindi piantatela di avere questi deliri di onniscenza, e finitela di voler far cose per far stare bene la vostra conoscenza. Siete egoisti. E questo non migliora la situazione, ma probabilmente la peggiora. Ció non sta a significare che alla mamma non gli faccio fare tutto quello che bisogna fare e anche oltre, ma bensì gli faró fare tutto e anche di piú ma senza che me lo diciate voi. E senza dover giustificare a voi il mio operato e perché no, anche quello dei medici. Inoltre: finitela li di dirmi che pregherete per noi. Dio non esiste, e se per caso dovesse esserci qualcosa ha fatto più danni che altro. Quindi siete pregati di tenerlo all’oscuro della nostra esistenza di modo che vada a scassare la minchia da qualche altra parte. E cercate di vivere sereni, per favore, senza sperare in un qualcosa che vi impedisce di vivere bene ciò che avete ora.
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Vivo in un brutto Paese

Non so come ci riesco, ma ancora mi stupisco. Bestie ignoranti, nella rivoluzione che vorrei voi (e non intendo solo Feltri e company, ma tutta la categoria di giornalai, di certo non giornalisti) sareste i primi a crollare, ad essere distrutti. Altro che tagliamo gli stipendi ai parlamentari: iniziamo a non finanziare più i quotidiani, lasciamoli morire nella loro stessa merda.